Intanto il nome: si chiama Calendula dal latino calendae = calende (primo giorno del mese), perché i fiori si aprono ogni mese nella stagione favorevole. Sono diversi i nomi con cui viene identificata nel nostro paese: fiorrancio, calandria, calta, calendola, garofano di Spagna, in francese è "souci" (voce di probabile derivazione dal latino medievale "solsequium" cioè che segue il sole). In tedesco "ringelblume", per gli spagnoli è "yerba centella" mentre gli inglesi la chiamano "marigold" che significa "oro di Maria".
Questa pianta può essere considerata il barometro dei nostri contadini: i suoi capolini di primo mattino fanno ben sperare: infatti se alle 7 i suoi fiori sono già aperti è sintomo che ci sarà bel tempo.. mentre se il bocciolo resta chiuso, è certo che nella giornata pioverà..
Il nome Calendula potrebbe derivare dal latino calendae ovvero "giorno" ed allude al succedersi perpetuo del tempo. Secondo altri, deriverebbe dal greco kàlathos che significa coppa o cesta, alludendo alla forma del fiore. Come tutti i fiori gialli o arancioni, è sempre stata associata al sole.
Il termine "marigold" degli inglesi la accomuna alla Vergine Maria, a cui i fiori erano dedicati nel Medioevo con il nome di "oro di Maria". Il fatto che abbassi il capolino al tramonto, era considerato un segno di mestizia, di lutto per la scomparsa del sole.
L'emblema di Margherita d'Orléans era una calendula che girava attorno al sole con il motto: "Io non voglio seguire che il sole".
Nei giochi di Tolosa, i celebri "jeux floraux", al poeta vincitore si offriva una calendula d'argento in onore del fondatore, secondo la tradizione Clemence Isaure, di cui era il preferito. In Germania è anche chiamata "Kuhblume" poiché a Pentecoste è antica consuetudine inghirlandare i bovini con fiori di calendula durante la Pfingst Procession.
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Uso interno (tisana, decotto o tintura madre): è antinfiammatoria, antispasmodica, carminativa, coleretica, emmenagoga, astringenti, calmante dei dolori mestruali. Gastriti, ulcere peptiche, colite e malattia di Crohn possono tutte beneficiare dal suo uso regolare, in particolare quando vi siano evidenze di sanguinamento. Utile anche in caso di amenorrea e dismenorrrea moderata, e per disordini della colecisti.
Uso esterno (oleoliti, cataplasmi, bagni, pediluvi): possiede eccellenti proprietà antisettiche, cicatrizzanti, antinfiammatorie e riepitelizzanti. E’ un trattamento efficace per la maggior parte dei problemi di pelle: tagli, graffiature e ferite; pelle arrossata ed infiammata in genere, incluse le scottature (anche da abbronzatura); acne e altre eruzioni cutanee; micosi cutanee. Utile anche nei casi di dermatite da pannolino e per lenire i capezzoli arrossati.
In cucina: le foglie si possono aggiungere alle insalate o alle minestre; i petali freschi vengono usati per aromatizzare il pesce e per guarnire.
I fiori aggiunti ai risotti diventano un surrogato dello zafferano, di cui non ha comunque il sapore, colorano piacevolmente i budini di riso. Possono essere usati in frittate e salse. Freschi o secchi, i petali, possono essere aggiunti al burro, a formaggi molli o yogurt, cui conferiscono un bel colore giallo.
E' davvero una pianta benedetta :-).
Fonti: web e i miei libri di botanica